Pietro Menditto
- 31/07/2010 10:15:00
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La sceneggiatura del momento è magistrale. Riesci a entrare in un utero poeticamente reale e a osservare tuo figlio che lo ha ricreato inconsapevolmente - come un ragno tesse la sua tela - condividendo il torpore protetto dal grembo senza poter rinunciare (e come potresti?) al momento creativo più pregno, quando pervieni al climax gnomico della chiusa finale "Ammesso che sappiamo nuotare", estendendone la valenza conoscitiva anche al periodo della gestazione: noi ora fetali sapremo nuotare? ed ora invece esplosi alla luce siamo in grado di tenerci a galla senza affogare? Non so (confesso la mia ignoranza) se hai già pubblicato un e-book) ma so che ne pubblicherai uno. Ti auguro che quel numero "Uno" inizi una lunga serie.
Pietro
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